Condividiamo con voi qualche informazione sugli amicigatti per cercare di capirli meglio e soddisfare ogni loro esigenza… del resto se lo meritano! In questa sezione troverete alcuni strumenti utili per interpretare la lingua dei gatti, attraverso i segnali corporei che ogni giorno ci mostrano. Ma iniziamo dall’inizio.
#1 La coda dei Gatti
Ovvero come la usano per comunicare con il mondo.
Come vedete la coda del vostro pelosetto nell’arco della giornata?
- Se il gattone vi sta guardando con la coda dritta verso l’alto, vuol dire che è felice di vedervi! È il loro modo di comunicare con gli esseri viventi che li circondano, il messaggio potrebbe essere rivolto anche ad un altro gatto amico, per esempio?
- Se vedete che la codina è leggermente a punto di domanda, vi sta effettivamente chiedendo qualcosa, ovvero di diventare amici, o di approfondire la vostra conoscenza… magari vi sta chiedendo di avvicinarvi delicatamente, di farvi annusare e di iniziare a coccolarlo, provateci!
- Se vedete che poi la coda dritta verso l’alto trema un pochino, è un chiaro segno di apprezzamento nei vostri confronti… Avete fatto centro, vi ama già! Oppure è super contento, se vedete questo comportamento quando si accorge che gli state per dare del buon cibo!
- Attenzione però se la codina inizia ad abbassarsi e ad agitarsi a destra e a sinistra, il micione si sta irritando!
- Un chiaro segnale di paura è la “coda grossa”, può capitare dopo uno spavento improvviso, come durante i botti di capodanno, o una condizione di tensione e paura, se incontra sconosciuti per esempio. Se la situazione non migliora, potreste vedere il micione incurvare la schiena e rizzare tutto il pelo, in quel caso consigliamo di non iniziare a coccolarlo all’improvviso.
- Quando invece la coda sembra penzolare senza stimoli, effettivamente il gatto è annoiato o preoccupato per qualcosa… cercate di incuriosirlo con qualche giochino nuovo, qualche cordicella da acchiappare, e vedrete che la codina potrebbe salire leggermente in segno di interesse e curiosità.
- Se mentre gli fate le coccoline. sulla schiena magari, vedete che tiene la coda di lato, vicino al corpo, l’avete fatto innamorare… continuate così!
#2 Il linguaggio del leccare
Capita spesso vederli leccare, ma sappiamo cosa stanno comunicando?
È necessario distinguere due comportamenti, ovvero il leccare se stessi e il leccare gli altri, che siano animali o umani…
- Se lecca se stesso, “grooming”, vuol dire che si sta pulendo, mettendo in ordine, si sta toelettando elegantemente e aristocraticamente o può anche significare che sta controllando se ci sono perdite di sangue dopo aver “giocato” con altri micioni! Del resto loro sono anche perfetti infermieri.
- Se lo vediamo leccare gli altri, “allogrooming”, significa che se ne sta prendendo cura.
Entrambi sono comportamenti affiliativi, fanno parte delle cure parentali e servono per rinforzare i legami affettivi.
Nella foto potete vedere due bellissimi gattoni che si toelettano finemente dopo un lauto pranzo… un esempio di come la convivenza di due micioni può andare a gonfie vele!
#3 La Pasta
Ma quanto ci piace la pasta?! In tutte le salse! Quella che più ci riempie di gioia è quella che fanno i gatti, vero? Con le loro zampine tenere…
Può capitare di vedere il nostro micione “impastare” qualcosa di morbido, magari la coperta di pile che tenete sul divano o la copertina che gli avete fatto a maglia con tanto amore con della lana ricercata e se vi sembra che cerchi la mamma, è vero! Al di là dell’età del gatto, fare la pasta è il movimento che fanno i gattini appena nati per stimolare la fuoriuscita del latte materno! E sicuramente quelle copertine morbide gli piacciono molto, lo aiutano a rilassarsi.
Può capitare anche che il vostro micio faccia la pasta su di voi, magari mentre lo avete in braccio e lo state coccolando… o anche no! Magari a volte vi corre in contro e inizia ad impastarvi! È un bellissimo comportamento affiliativo infantile proiettato su di voi come segno di legame affettivo.
Indubbiamente avete instaurato un ottimo rapporto con il vostro micio, qui al rifugio è capitato di veder fare la pasta in aria da una gattina davvero tenera, mentre stava dormendo… magari sognava la sua mamma!
#4 Il Miagolio
Tutti vorremmo un traduttore simultaneo per capire cosa ci dicono i micioni, vero?
Sono stati catalogati almeno 31 diversi miagolii… Una cosa fondamentale è cercare di relazionare il miagolio al contesto, tuttavia alcuni riusciamo a capirli quasi subito, per altri ci vuole un po’ più di tempo. Ma per i gatti c’è sempre tempo!
- Trillo: non quello del telefono, ma il versetto che il micione emette magari quando entriamo in casa; può essere il suo modo di salutarci, può esprimere amicizia e richiedere un contatto con noi.
- “Ho fame!”: sapete riconoscere il richiamo al cibo? Beh, se si siete davanti alle sue pappe e miagola fissandoci, quasi sicuramente avrà fame, il suono emesso è un po’ da ruffianello, sembra quasi un gattino dolce, ecco!
- “Sto male”: si riconosce subito perché è un miagolio profondo, di bassa tonalità, prolungato. Speriamo di non sentirlo mai!
- Gatto in calore: miagolio sempre basso e prolungato, si sente soprattutto la notte e può essere emesso anche per allontanare altri eventuali pretendenti.
- “Ahia! Ma guarda dove metti i piedi, no? Era la mia coda, razza di umano disattento!” e altre imprecazioni: un grido acuto e quasi strozzato che emette il malcapitato micione se per sbaglio gli pestiamo una zampina o la coda, poverino… stiamo attenti!
- Chiacchiericcio: tipico chiacchierio tra sé e sé puntando magari la povera mosca sul balcone… questo versetto ci fa sempre ridere.
- “Uffa che pizza!”: il brontolio di quando lo fate scendere dall’acquario dei pesci, o dal piano di lavoro della cucina mentre cucinate… Se ha detto qualcosa scendendo, non era d’accordo perché “c’era prima lui”, sappiatelo!
E il vostro gatto cosa vi racconta? Vi saluta cordialmente quando entrate in casa?
#5 La Toxoplasmosi
Per capire meglio i nostri amici gatti è necessario un approfondimento importante su una malattia infettiva che spesso spaventa e causa ancora abbandoni ingiustificati, la Toxoplasmosi.
Facciamo subito un po’ di chiarezza! È vero che è un’infezione molto pericolosa per il nascituro, ma qualsiasi gatto potrebbe contrarla e a sua volta infettarci? No! Ovvero, è molto improbabile!
Per poterla contrarre è necessario che il nostro fido micione si infetti mangiando carne cruda di un altro animale a sua volta infetto.
Inoltre, l’espulsione del batterio tramite cisti nei “pensierini” dei nostri micioni può avvenire solo in due uniche settimane di tempo nell’intera vita del gatto e, per diventare pericolose per noi, devono restare esposte all’aria per più di 24 ore.
Altra necessità fondamentale al contagio è il contatto diretto degli agenti patogeni con le mucose della futura mamma.
Diciamo che non è proprio facile essere contagiati, soprattutto dal nostro gatto di casa. Ci sembra molto più semplice seguire il percorso della prevenzione ANTI-abbandono: evitare il contatto diretto con i pensierini pulendo la lettiera magari con i guanti, se si vuole anche la mascherina… o delegando il compito al partner, per una buona causa!
Inoltre tenere monitorato il proprio stato di salute è indispensabile, ma per una futura mamma è sempre la prima cosa da fare!
Sappiamo che è un argomento delicato e causa tanta preoccupazione, ma con la prevenzione si limitano tanti avvenimenti spiacevoli… inoltre siamo sicuri che al futuro pargoletto farebbe davvero tanto bene avere un amico peloso al suo fianco!
#6 La Giardia
Cos’è?
La giardia è un protozoo “opportunista”, ovvero che vive nell’intestino dei gatti e dei cani adulti senza problemi, ma riesce a replicarsi ed avere la meglio sulla parte “buona” del microbioma intestinale con la depressione delle difese immunitarie; questo parassita aggredisce più frequentemente i cuccioli perché, appunto, non hanno un sistema immunitario ben formato e funzionante.
- La trasmissione
La giardia si trasmette per via oro-fecale: le cisti infette presenti nell’intestino vengono espulse in modo intermittente con le feci nelle quali sopravvivono a lungo e possono, se non vengono eliminate immediatamente, contaminare lettiere, terreni, acqua e cibo. Pensate che basta una decina di cisti infette per provocare l’infezione e in un grammo di ve ne sono un milione!
- I sintomi
Non c’è un sintomo specifico, ma possiamo riconoscerla se il nostro pelosetto ha diarrea persistente (o molto frequente), maleodorante e abbastanza chiara, e allo stesso tempo notiamo che, nonostante l’appetito, perde peso… nei cuccioli si può notare un rallentamento nella crescita. In caso di infezioni gravi, possiamo notare anche vomito, letargia e perdita di appetito.
- Trattamento
Come prima cosa è sempre consigliato rivolgersi al proprio veterinario di fiducia, che farà il test delle feci e potrà prescrivere farmaci specifici. Noi possiamo stare molto attenti a pulire per bene le lettiere, eliminare quanto prima le infette, mantenere le ciotoline di cibo e acqua sempre pulite per evitare recidive, in quanto è molto frequente la reinfestazione!
Per mantenere un ambiente pulito, per i luoghi chiusi ci sono diverse opzioni: sali quaternari di ammonio, candeggina all’1% (ovvero 10ml in un litro d’acqua, non di più!), ammoniaca in soluzione al 5% (50ml in un litro d’acqua) per 20 minuti. Per giardini e prati il discorso è più articolato, ma si consiglia di tenere sempre l’erba rasata perché le cisti infette temono sole e ambienti secchi.
Consigli spassionati: se la flora batterica intestinale dei nostri pelosetti è equilibrata, ci saranno molte meno probabilità che vengano infettati. Possiamo pensare anche alla somministrazione di prebiotici e probiotici, ovvero fermenti lattici, che riequilibrano la flora batterica.
#7 L’allattamento
Ma quanto ci piacciono i gattini appena nati? Guardarli ci fa rilassare e sorridere allo stesso tempo, vero? Emanano endorfine da ogni pelo! La nostra rubrica per capire meglio i gatti oggi affronta l’argomento dell’allattamento dei nanetti.
N.B.: nanetti aka gattini senza una mamma! Per favore, stiamo attenti a non toglierli dalla madre, è fondamentale che stiano con lei il più a lungo possibile!
- Attrezzi necessari: un pile o una coperta di lana, biberon, siringhe senz’ago, latte in polvere, pentolino, delicatezza e tempo a disposizione.
- È fondamentale tenere al calduccio il piccolino, di solito la mamma gatta li tiene con sé, li protegge dalle intemperie e dagli sguardi indiscreti; è bene ricreare un luogo caldo e morbido, come per i cuccioli di umano.
- Portarli dal veterinario per uno screening completo al fine di sapere lo stato da salute, quanto tempo ha, la razza e se ci sono cure specifiche da adottare.
- Se si dispone di una tettarella, realizzare un foro con un ago sterile o riscaldato: è importante che escano solo poche goccine per volta, se il flusso è troppo abbondante si rischia che si riversi nell’albero bronchiale causando polmoniti o broncopolmoniti. Per lo stesso motivo, al momento dell’allattamento con tettarella o siringa, il micino è da tenere prono, appoggiato sul pancino, per ricreare la posizione della vera poppata. Dopo ogni utilizzo è bene sterilizzare in acqua bollente siringhe e tettarelle.
- Il latte: in polvere da miscelare con acqua e riscaldare a 30 gradi e da conservare in frigo se avanza (con i piccolini non avanza nulla). Una volta terminato il pranzetto andrà fatto il delicato massaggino sulla zona ano-genitale per stimolare la digestione e le normali attività fisiologiche.
- Tempistiche: generalmente l’allattamento offerto dagli umani segue le tempistiche dettate da mamma gatta, ovvero: durante i primi 15 giorni il gattino mangia giorno e notte ogni 2 o 3 ore (massimo 4 nelle ore notturne); nei giorni successivi anche di giorno mangerà ogni 4 ore, mentre di notte ogni 5… dopo i 20 giorni di vita, sotto consiglio del veterinario, si potrà passare ad allattarlo ogni 5 ore di giorno e ogni 6-7 ore la notte. Solo dopo circa un mese di vita potranno essere pronti ad ingerire cibi solidi, ma sempre scelti tra quelli dedicati ai kitten!
Ci vuole tanto impegno, ma si è sempre ricompensati dalla tenerezza e dall’amore che ci trasmettono! E se stanno bene loro, stiamo bene noi!
#8 I Giochini dei Gatti
Come sappiamo il momento del gioco è fondamentale per la salute del gatto:
- sono incoraggiati a scoprire ciò che li circonda sviluppando le proprie capacità psicofisiche, come, per esempio, capire quando tenere a portata di zampa gli artigli affilati e quando estrarli per graffiare selvaggiamente;
- sono più felici perché riescono a sfogare le energie accumulate e creare un rapporto di conoscenza più profonda con il proprio umano, o con gli altri micioni della casa;
- possono esprimere meglio il loro istinto felino, quello del predatore feroce!
- i giochi gli permettono di stabilire la gerarchia con altri felini e anche con gli umani!
- aiutano a sviluppare curiosità, agilità, furbizia, autostima e una forma fisica dignitosa!
I gatti giocano proprio con tutto, vero? Anche con quegli oggettini delicati che avevate conservato con cura in ricordo di un viaggio lontano… ma si sa, quando arriva un gatto, tutto diventa suo!
Per far divertire il nostro pelosetto e anche limitare i disastri in casa è consigliabile che ci sia un tiragraffi, magari con degli anfratti dove nascondersi meglio e anche delle palline penzolanti da far roteare e poi mordere ferocemente!
Tutti i gatti hanno bisogno di rincorrere la preda, ma anche di azzannarla, finalmente, come solo i felini sanno fare. Inoltre, se il tiragraffi ha più piani, lo utilizzeranno anche per controllare tutto dall’alto!
In commercio ce ne sono davvero di ogni tipo e di ogni costo, ma se volete impegnarvi nella costruzione di un tiragraffi personalizzato, sicuramente il vostro gatto apprezzerà e vi farà compagnia dirigendo i lavori!
E allora cominciamo!
Occorrente:
- Legno a volontà! Se avete un vecchio mobiletto, cassette del vino o della frutta torneranno utili! Anche bastoni di legno, ceppi… gambe di un vecchio tavolo! Si potrebbe usare anche un vecchio portaombrelli o un cestino… Anche una vecchia sedia può diventare un tiragraffi, tra l’altro già quasi fatto
- Vecchi jeans per foderare le superfici, ma andrà bene qualsiasi altra stoffa, purché resistente!
- Un cuscino o della gommapiuma per rendere morbide le superfici
- Gomitoli di corda come se piovesse! Sono ottime anche le corde delle tapparelle
- Palline o giochini da appendere, viti, colla per legno, cacciaviti, fascette e forbici dalla punta arrotondata
Procedimento:
1. Prendere le misure e progettare il tiragraffi: ricordate che almeno una parte dello stesso dovrebbe essere abbastanza alto da permettere al micione di estendersi completamente in altezza… o in lunghezza
2. Preparate le colonne rivestendole con la corda ben stretta. Magari se avete solo dei bastoni e le colonne vengono sottili, potrete unire due o tre bastoni con le fascette e poi rivestirli… Ci vorrà tanta colla, ma almeno durerà un bel po’!
3. Foderate le superfici dei ripiani incollando la stoffa;
4. Diamo sfogo alla fantasia ricordando sempre che è bene progettare un tiragraffi con una base stabile, perché il felino ci salterà sopra con tutto il peso, magari prendendo la rincorsa! E sarebbe pericoloso per tutti se si ribaltasse… una buona idea potrebbe essere fissarlo direttamente al muro, come in foto ma, nel caso, scegliete una parente non troppo sottile Inoltre, è importantissimo usare una corda abbastanza corta per gli oggetti appesi! 10/12cm andranno più che bene, non di più! Perché i gatti tendono ad arrotolarsi sui fili pendenti e vorremmo evitare incidenti spiacevoli come soffocamenti, zampine appese etc!
Guardate le foto per prendere ispirazione e… buon divertimento a voi e ai vostri pelosetti!
#9 Se mi coccoli, ti mordo
Il morso del gatto nel momento delle coccole
Ci siete cascati anche voi?
Allungate la mano verso un pelosetto che fa le fusa e “zac”, un bel morsichino a volte tenero, a volte un po’ meno che ci lascia un po’ perplessi sul motivo… e il motivo effettivamente c’è, anche più di uno!
Esistono gatti “caldi”, che amano il contatto con gli umani e ricevere tante coccoline, e gatti “freddi”, che invece preferiscono non essere impiastricciati dalle nostre mani umane.
È la sindrome del morso e della carezza e probabilmente il gatto che vi ha morso era “freddo” e ha percepito quel gesto pieno di amore come un principio di aggressione… ma non trattatelo male! La prossima volta avvicinatevi facendovi annusare, poi deciderà lui se concedervi di fargli più di mezza coccola o pensarci ancora un po’ su!
Può anche essere che il tenero micino volesse dominare la situazione e ribadire il proprio controllo: è lo status da aggressione indotta e il morso è il modo che utilizza per ricordarvi che è comunque lui che vi controlla, l’avevate dimenticato?
C’è chi dice che il massimo gesto di amore sia “l’inglobare” l’amato… o l’ingerirlo? Di solito ci piace amare in altri modi che ci permettono di stare il più possibile con il nostro amato effettivamente amandolo “dall’esterno”, ma pensando in modo felino, esistono modi di amare più “fisici” e, per noi umani, anche abbastanza dolorosi: può essere che il gatto mordendovi abbia soddisfatto un ulteriore piacere oltre a quello delle semplici carezze! Non era né difesa né violenza, bensì il massimo piacere! A voi non è piaciuto? Beh, di sicuro ve lo ricorderete.
Esistono anche gatti non abituati al contatto con gli umani, come quelli semiselvatici. Loro tendono a dissimulare il piacere del contatto e delle dolci carezze che gli offriamo: cercano di nascondere le proprie emozioni per non far notare agli altri gatti che hanno delle debolezze! Sono croccanti fuori e teneri dentro, nel profondo… e ce lo dimostrano con i canini nella nostra carne, ma non ce l’hanno con noi! Puntiamo più sul gioco di sguardi con loro.
Qui c’è la nostra Sweet, che corre incontro a tutti e fa la dolce, le piacciono tanto le coccoline sulla testa, ma poi basta! E se si toccano zone off limits ve lo fa capire senza troppe remore. Probabilmente vuole controllare la situazione… di sicuro vuole ricambiare il piacere che le date, ma tende ad aggiungere molta enfasi e a volte morde lasciando il segno soprattutto se vi trova distratti e non siete pronti a ritrarre la manina!
Comunque lei è molto tenera e anche se vi ha morso, era il suo gesto di amore!
N.B.: sulla schiena no, lì non le piace e vi stava sgridando!
#10 La vista
Siamo sicuri che anche voi vi sarete chiesti come vedono i gatti, vero? Ebbene, per anni è stato un mistero anche per gli specialisti, perché effettivamente è difficile mettersi nei panni dei gatti… Visto che non ne usano! (Questa la tagliamo magari…)
Fatto sta, che sono stati fatti passi da gigante e adesso possiamo averne un’idea più chiara! Prima di tutto: vedono al buio, l’abbiamo sempre saputo… Altrimenti come farebbero a svegliarci e a giocare come pazzi alle 4 del mattino? Questo super potere è dato dal tappeto lucido (uno strato di cellule dietro alla retina che permette di catturare più luce) e un elevato numero di bastoncelli e fotorecettori nella retina, oltre alla forma ellittica della pupilla che si dilata maggiormente al buio, rispetto a quella umana. Mica poco eh?
Alla fine i nostri pelosetti vedono 6-8 volte meglio di noi al buio! Inoltre il loro campo visivo è aperto a 200 gradi, ovvero 20 gradi più ampio del nostro, che non è poco! Anche la capacità di vedere ai limiti del campo visivo senza muovere la testa è maggiore rispetto a noi, ovvero 30 gradi per lato contro i nostri 20 per lato… E infatti sono degli abili predatori! Noi molto meno.
Quello che un po’ li frega è la distanza: riescono a vedere bene fino a 6 metri, mentre la nostra vista arriva fino a 60 metri. Ma provate a vedere oltre i 50cm se siete miopi… I gatti vincono sempre! Comunque, la causa questa volta è il famoso tappeto lucido, che riduce l’acutezza visiva in condizioni di grande luminosità. Noi non l’abbiamo e infatti i nostri occhi non brillano come i loro in foto!
Per anni si è pensato che non vedessero i colori, ma adesso sappiamo che possono distinguere il viola, il giallo, il verde e il blu, ma non il rosso, l’arancione e il marrone: i loro fotorecettori non permettono loro di vedere tutta la gamma di colori, perché manca la fovea, la regione centrale della retina che invece ha l’occhio umano. In compenso in quell’area hanno tanti bastoncelli che consentono loro di recepire velocemente il movimento degli oggetti e sferzare attacchi feroci!
E quindi… Probabilmente i gatti rossi non sanno di essere rossi e anche le tricolore penseranno di essere bicolor! In fin dei conti, ogni gatto sa di essere bellissimo ed irresistibile indipendentemente dalla forma e dal colore, dovremmo tutti prendere spunto da loro!
#11 “Ehi umano, dormiamo insieme?”
Ormai da qualche tempo la combo gatti, divano e coccole è diventato il nostro hobby preferito, vero? È bellissimo anche lasciar dormire l’amato felino nel proprio letto! Ma a voi piace oppure no?
Analizziamo insieme i vantaggi di condividere il lettone:
1. Inevitabilmente si rafforza il legame, che è importantissimo!
2. Le fusa e la sua vicinanza svolgono un’azione rilassante sul nostro sistema nervoso. Infatti, tendenzialmente chi condivide i propri spazi con un gatto è molto più rilassato rispetto a chi di gatti non ne ha… I sostenitori del “co-sleeping” con il proprio gatto ritengono che i pelosetti infondano nell’uomo pace e serenità. Del resto, addormentandosi proprio di fianco a noi, magari riempiendo quello spazietto vuoto dietro le nostre gambe e al mattino saltandoci addosso per darci il buongiorno (o meglio, per ricordarci che la ciotola è ancora vuota!), ci rendono sicuramente felici, inoltre le fusa hanno una potente azione curativa soprattutto sul sistema nervoso e circolatorio.
3. I gatti neutralizzano gli influssi negativi! Esiste infatti una teoria che afferma che i gatti percepiscano la presenza di elementi di disturbo nella casa e le debolezze del proprio padrone, per questo tendono a sedersi sopra di noi quando le percepisce! Se vediamo che si accovacciano sul nostro viso magari, è come se ci abbracciassero e secondo un approccio più “esoterico”, i gatti assorbirebbero e neutralizzerebbero le “energie negative” dei loro coinquilini umani, senza esserne influenzati a loro volta. Per questo motivo i gatti sarebbero portatori di energia positiva nella casa!
Naturalmente, far dormire il gatto nel letto presenta anche degli aspetti negativi: ad esempio, alcuni parassiti e batteri potrebbero essere trasmessi all’uomo. Ma se il gatto viene regolarmente vaccinato e sverminato, il rischio che questo accada viene sicuramente minimizzato! Tuttavia, se il micio vive all’esterno potrebbe portare nel letto i parassiti di altri gatti con cui ha interagito!
Per far dormire il gatto nel letto, oltre a una sverminazione trimestrale, è importante assicurarsi che non sia infestato dalle zecche che potrebbero trasmettere all’uomo la borreliosi. Anche per questo, se dormite con il vostro gattone, mantenete in camera da letto una maggiore igiene, di solito gli animali tendono a perdere per natura tanti peli! E fate attenzione se soffrite di asma o avete allergie varie… Nel caso, per la vostra salute, risultasse pericoloso dormire con il gatto, è consigliabile rinunciare alla sua compagnia notturna. Vorrà dire che passerete più tempo insieme da svegli!
Auguriamo, in ogni caso, una buona notte a tutti!